Non siamo un paese senza cuore: riflessioni dopo il Berlingozzo
Berlingozzo, una prima edizione che merita di crescere
Ma serve collaborazione, non divisione
Voglio condividere alcune riflessioni personali sulla prima edizione della Festa del Berlingozzo, che si è svolta sabato 3 maggio nel centro di Lamporecchio.
È stata una bella iniziativa, nuova, che ha portato vitalità al nostro paese e una discreta partecipazione, soprattutto da parte di visitatori provenienti dai comuni vicini.
Non si è trattato di un evento affollatissimo, ma per essere un primo tentativo rappresenta senz'altro una buona base da cui ripartire.
Ringrazio di cuore gli organizzatori, la Pro Loco in primis, per l'impegno, la passione e la voglia di fare.
L'idea di promuovere il Berlingozzo, dolce tipico della nostra tradizione, è stata intelligente e azzeccata.
Grazie anche a chi ha sostenuto l'evento, con contributi, tempo, lavoro.
Il centro del paese si è animato, e già questo è un segnale importante.
Qualche lacuna c'è stata
Detto questo, è giusto ammettere che qualche lacuna c'è stata.
Come è normale nelle prime edizioni, ci sono stati aspetti migliorabili: dalla comunicazione al coordinamento delle varie presenze.
Nulla di grave, ma sono elementi su cui riflettere, tutti insieme, per fare meglio in futuro.
Il post della Fondazione "Mai Soli" – Onlus
In questo contesto, è arrivato un post pubblico della Fondazione "Mai Soli" – Onlus, che ha scritto:
"Cari cittadini di Lamporecchio, durante la festa del Berlingozzo i nostri ragazzi erano presenti e desiderosi di sentirsi parte dell'evento, anche solo offrendo un caffè. Purtroppo sono stati quasi ignorati, e per loro è stata una delusione. Un'occasione mancata, che ha lasciato l'amaro in bocca."
Un messaggio che ha colpito e ha suscitato molte reazioni.
Io stesso ho sentito il bisogno di rispondere, in modo trasparente:
La mia risposta
"L'episodio, se confermato nei termini descritti, non è certo bello. Ma credo sia giusto analizzarlo con serenità e completezza. Sono andato a visitare la vostra pagina per capire se avevate pubblicizzato in qualche modo la vostra presenza alla festa, ma non ho trovato alcuna comunicazione in merito. Ho visto invece che avete dato risalto al vostro sfogo nei confronti dei cittadini di Lamporecchio, come se le oltre 1000 persone che hanno partecipato alla festa fossero tutte lamporecchiane – cosa che ovviamente non è.
Da cittadino di Lamporecchio, queste parole non le sento mie e credo che non rispecchino il nostro paese. Le parole hanno un peso, e vanno usate e dosate con responsabilità. Questo era un tema che non doveva essere affrontato pubblicamente e, visto che è stato fatto, è giusto che ci sia una risposta a chi crede che i lamporecchiani siano persone senza cuore."
Inclusione sì, ma con equilibrio
Lo ribadisco qui: nessuno deve sentirsi escluso.
L'inclusione non è un principio da celebrare solo a parole, ma va praticato con gesti concreti.
Allo stesso tempo, però, credo che serva equilibrio.
Se la presenza della Fondazione non era stata comunicata in modo chiaro, forse molti non sapevano della loro attività durante la festa.
Parlare di "indifferenza collettiva" rischia di essere ingiusto e controproducente.
Lamporecchio non è un paese senza cuore.
Anzi, è un paese che ha dimostrato in più occasioni di saper essere solidale, accogliente, generoso.
Magari non perfetto, certo, ma con tanti cittadini che ogni giorno si impegnano per gli altri.
Costruiamo, non dividiamo
Credo che da questa esperienza possa nascere qualcosa di buono, se sappiamo trasformare la polemica in confronto costruttivo.
Non servono post che alimentano divisioni: serve invece parlarsi, ascoltarsi e fare squadra.
Il Berlingozzo, da oggi, può diventare molto più di un dolce:
può essere un simbolo di coesione, collaborazione e inclusione.
Ma solo se tutti – istituzioni, associazioni, cittadini – remiamo nella stessa direzione.
Io ci sono. E spero davvero che anche altri vogliano esserci.
— Daniel Guidi